Dopo l’imponente manifestazione di Roma, il 28 settembre Confarca e Unasca hanno organizzato un nuovo convegno sull’introduzione dell’IVA al 22% sul costo delle patenti a Bologna. All’Unaway Congress Hotel un folto pubblico di iscritti delle due associazioni di categoria ha assistito a un dibattito approfondito sul tema che tiene in apprensione migliaia di operatori professionali, e a cui si stanno interessando anche sempre più esponenti del mondo della politica.
Così come nella Capitale, anche all’appuntamento nel capoluogo emiliano la politica ha infatti risposto presente all’appello lanciato dal presidente nazionale di Confarca Paolo Colangelo e dal segretario nazionale autoscuole di Unasca Emilio Patella. Al tavolo dei relatori si sono avvicendati Gianluca Benamati, vice presidente della Commissione Attività Produttive, il senatore della Lega Maurizio Campari, l’eurodeputata della Lega Alessandra Basso e Galeazzo Bignami della VI Commissione Finanze.
Ad aprire i lavori sono stati i rappresentanti del territorio emiliano: per Confarca il coordinatore regionale di Confarca Emilia-Romagna Luigi Patera e il presidente provinciale di Bologna Maurizio Mantovani; per Unasca Vanessa Lollini.
Per toccare con mano quanto sta avvenendo concretamente a tanti associati da quando, lo scorso 3 settembre, l’Agenzia delle Entrate con la Risoluzione 79 del 2 settembre ha introdotto l’IVA al 22 per cento sulle patenti e ordinato il recupero retroattivo dell’imposta su tutti corsi effettuati sino al 2014, interessante è stata la ricostruzione dei fatti presentata da Francesco Fiore, vice presidente della Sezione CTP di Vicenza.
Utili, per fornire ulteriori chiarimenti alle tante persone presenti al dibattito, le argomentazioni fornite dai tre “tecnici” a cui Confarca e Unasca si stanno appoggiando in queste settimane decisive per mettere gli associati nelle condizioni quantomeno di tamponare l’emergenza venutasi a creare: Sara Formichetti, Marcella Tosi e Maurizio Corsaro.
Forti, a conclusione dei lavori, le parole del presidente di Confarca Paolo Colangelo. “Non vi parlo da presidente di un’Associazione, vi parlo da collega: da chi come voi si confronta ogni giorno con gli allievi, da chi come voi quotidianamente lotta per portare il pane a casa. Da chi come alcuni di voi ha ricevuto un accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate. Quello che vi posso dire è che non mollerò mai la presa contro l’introduzione dell’Iva a costo di incatenarmi di fronte alle istituzioni competenti – ha dichiarato Colangelo -. Questa è un’ingiustizia, noi siamo dei formatori, siamo coloro che fanno formazione in Italia. Ci è stato chiesto, ci siamo adeguati e lo stiamo facendo. Lo dico a voi e alla politica. Se va giù la nostra categoria, vanno giù tanti altri che ad oggi godono dell’esenzione dell’Iva, come le scuole di ballo, le scuole di cucina, le scuole di musica. Noi siamo formatori molto più di loro, noi salviamo vite umane. La posizione delle autoscuole italiane è assolutamente diversa dalla posizione delle autoscuole del resto d’Europa. Noi facciamo un tipo di formazione diverso, abbiamo un tipo di controllo diverso rispetto alle autoscuole delle altre nazioni. Quindi delle due l’una: o siamo formatori o non siamo formatori. Ma noi, lo ripeto, non siamo commercianti: siamo formatori. Dall’Agenzia delle Entrate sono stati molto solerti con i primi accertamenti. Abbiamo chiesto di bloccare immediatamente questi accertamenti. Con questa spada di Damocle puntata addosso per noi è impossibile continuare a vivere e portare avanti con serenità il nostro lavoro. Per questo oggi ribadiamo che noi siamo autoscuole, noi siamo formatori”.
Alla politica e alle istituzioni competenti il compito adesso di dare risposte concrete alle Associazioni.